Mini Recharged Heritage, il primo contatto col restomod ufficiale

2022-12-02 18:18:59 By : Mr. Charlie luo

La Mini, l'originale, l'unica, inimitabile, nasce nel 1959, ovviamente in Inghilterra, a seguito della crisi petrolifera globale della fine degli anni '50. Protagonista di molti film, tra cui il celebre The Italian Job e la serie di Mr. Bean, è diventata negli anni una delle auto più popolari al mondo.

La Casa, ormai tedesca a partire dagli anni 2000, nel 2018 aveva presentato un restomod unico nel suo genere, dotato di un nuovo powertain 100% elettrico, potente ed efficiente. Il nostro collega americano Beverly Braga poche settimane fa si è messo alla guida di un esemplare nel Regno Unito, per un primo contatto senza precedenti. Ecco le sue sensazioni.

Partiamo dall'inizio. Pochi giorni fa MINI mi ha "offerto" le chiavi di un prototipo elettrico unico, il cui veicolo donatore era una Mini Cooper del 1985, modificata con una carrozzeria completamente rinnovata, un powertrain elettrico di ultima generazione, un caricatore di bordo nel bagagliaio e un display AEM al posto del computer di bordo.

Un'auto grezza, senza particolari rifiniture, molto più vicina nell'aspetto a un muletto di prova (come quelli che siamo soliti veder girare al Nurburgring, ndr), ma ha fornito uno sguardo interessante sull'aspetto definitivo del prodotto finale.

Si tratta di un'auto aggiornata con diverse modifiche completamente reversibili, anche per quanto riguarda il suo motore originale. Nella realizzazione, infatti, la Casa lo conserva in caso di un futuro retrofit. E sebbene siano necessari tocchi moderni, come sostituire il quadro strumenti con uno che mostri la carica della batteria e l'autonomia del veicolo, lo stile generale del veicolo resta piuttosto vintage.

Nulla dentro o intorno all'auto sembra fuori posto, incluso lo stesso cambio con un'estetica piuttosto classica e simile a una trasmissione manuale (sebbene, tutte le conversioni elettriche possono essere realizzate solo con cambio automatico).

Al volante, la Mini classica convertita sembra proprio una vecchia e classica "Mini". Il suo carattere rimane, in poche parole, invariato. L'auto risulta agile, grazie anche a nuove sospensioni ben collaudate, quasi sportiva, ma come del resto era anche in versione originale. A cambiare è sicuramente il sound, qui completamente assente in favore di alcuni piccoli scricchiolii telaistici che prima non si sarebbero mai potuti sentire.

Potenza e prestazioni sono nettamente migliore rispetto al classico e originale piccolo motore termico a quattro cilindri. Il suo peso varia in base alle opzioni scelte in fase di acquisto e, soprattutto, al modello originale donatore. Per esempio, una Mini Cooper del 1985, simile al prototipo dell'auto, ha un peso a secco di 587 kg.

Con un passeggero, nella versione originale la sua distribuzione dei pesi era del 63:37 a vuoto, mentre a pieno carico, si passava a un 53:47 ben più equilibrato. Ho avuto un passeggero durante il mio viaggio e l'auto mi è sembrata perfettamente incollata alla strada. Nonostante il peso complessivo invariato, infatti, il posizionamento del pacco batteria nella parte posteriore ha reso ben più bilanciata e fruibile l'auto rispetto all'originale.

La Mini Recharged Heritage è disponibile in tre versioni: Pure, Sport e Bespoke. Tutti implicano la sostituzione del motore a benzina con una powertrain elettrico composto da un motore da 72 kW e un pacco batteria da 19,0 kWh.

L'autonomia, reale, della piccola Mini è di circa 165 km secondo le stime WLTP, quindi leggermente inferiore secondo i nuovi standard EPA. Tra gli accessori non figura la ricarica in corrente continua, un aspetto giustificato dal produttore per via della batteria molto piccola, che rende la velocità di carica di 6,6 kW sufficiente.

Con un caricabatterie di tipo 2, questa Mini Recharged Heritage impiega tre ore per caricarsi completamente o nove ore quando è collegata a una presa domestica.

La Mini in versione Pure che abbiamo provato ha una potenza nominale di 75 CV e una coppia di 124 Nm. La sua velocità massima è di 145 km/h con un'accelerazione da zero a 100 in 11,5 secondi. Non è incredibilmente veloce, ma le prestazioni non risultano essere molto distanti dall'auto originale di derivazione. Tenendo poi in considerazione che si tratta di un'auto dal peso pari a meno della metà di una moderna berlina, possiamo dire che è piuttosto veloce. Per chi non si accontenta, però, c'è sempre la versione Sport, da ben 97 CV e 150 Nm di coppia.