Ricarica auto elettrica: in Roaming spesso costa meno

2022-12-02 18:46:00 By : Ms. Eva Wong

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Quando si tratta di ricaricare un’auto elettrica a casa, è chiaro che la possibilità di installare una colonnina  è la soluzione più rassicurante. Se poi si ha a disposizione anche un impianto fotovoltaico domestico con accumulo di energia BEES, alla comodità si aggiunge anche un netto risparmio, soprattutto in un periodo fibrillante per il mercato dell’energia elettrica. Ma cosa succede quando ci si trova fuori casa e bisogna ricaricare alla colonnina? Un’interessante comparativa realizzata da Green Electric ha confrontato le principali App per la ricarica in Roaming. Dal confronto emerge che non sempre stipulare un accordo diretto con un noto fornitore è più conveniente.

A chi è in procinto di ritirare l’auto elettrica acquistata può interessare sicuramente il post sul gruppo Tesla Club Italy, e in particolare il commento di Alessandro Traditi: “coloro che per ovvi motivi hanno la possibilità di ricaricare da casa, quando capita di effettuare un viaggio la cui autonomia richiede di fermarsi a ricaricare lungo il tragitto, a meno che non lo debbano fare con assiduità, difficilmente acquisteranno un abbonamento flat, in quanto rischierebbero di giungere a scadenza nel mese senza poterlo utilizzare fino in fondo”. Una riflessione che richiede molte valutazioni su quale sia l’offerta migliore: arrivati davanti a una colonnina di ricarica, è più conveniente ricaricare con l’App proprietaria del fornitore A o quella di un fornitore B che si “appoggia” all’infrastruttura di ricarica del fornitore A con cui ha stipulato un accordo? Ecco come stanno le cose.

Il confronto realizzato da Green Electric analizza i costi di ricarica applicati dai provider che dispongono di colonnine di ricarica in corrente alternata e quelli di operatori virtuali alle medesime colonnine. Al netto di condizioni di utilizzo dei servizi di ricarica o di modalità di addebito (conto corrente o carta di credito), la condizione più vantaggiosa risulta essere la ricarica presso:

–  le colonnine Enel X con le App Shell (43-45 centesimi al kW + 35 centesimi per ogni transazione che avviene al pagamento della ricarica, quindi meno conveniente per ricariche brevi) e BeCharge (43 centesimi al kW);

– le colonnine Duferco, Neogy e BeCharge con l’App BeCharge (45 centesimi al kW);

Utilizzando la stessa app proprietaria del fornitore ufficiale presso la sua rete di ricarica i costi aumentano come mostra la tabella riepilogativa anche nel video qui sopra che vi invitiamo a vedere:

– Enel X con App Enel X, 58 centesimi al kW o 68 centesimi al kW alla colonnina Enel Fast;

– Ionity HPC con App Ionity, 79 centesimi al kW, ma il costo aumenta ulteriormente con App non proprietarie;

– Duferco con App Duferco, 65 centesimi al kW.

L’operatore che invece applica un costo di ricarica più conveniente anche presso la propria infrastruttura tramite l’App proprietaria è fondamentalmente BeCharge. Com’è possibile che un operatore come Shell che non possiede ancora una sua rete di ricarica possa concorrere in maniera così vantaggiosa per gli utenti e scalare le tariffe del mercato? “Si potrebbe riflettere sul fatto che il proprietario della rete, è costretto a mettere in conto anche la quota di ammortamento della realizzazione degli impianti oltre ai costi di locazione (o di acquisto), dei suoli dove sono installati; oneri che quello virtuale di certo non possiede e che senza far nulla (anche se con margini minori), comunque fa business”, commenta Alessandro Traditi nel gruppo Tesla. E’ anche vero che con l’accordo stipulato da Assopetroli oltre la metà dei distributori di carburante apriranno alla ricarica delle auto elettriche e la situazione è destinata a cambiare profondamente.

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